2022 Et in academia ego

ET IN ACADEMIA EGO

Libro d’artista del 2022 dei Cento Amici del Libro

Il libro d’artista di quest’anno dei Cento Amici del libro raccoglie tre testi di Ugo Nespolo pubblicati su “Il foglio” tra il 2017 e il 2018 e uno redatto in occasione del conferimento della Laurea “honoris causa” in Filosofia da parte dell’Università degli Studi di Torino nel 2019 e cinque opere dell’artista realizzate appositamente per questa edizione dei Cento Amici del Libro.
Ugo Nespolo nei suoi scritti fa una accurata analisi dell’arte contemporanea illustrandone il percorso e le finalità con grande senso critico offrendo al lettore numerosi spunti di riflessione e discussione.

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Rivedi la presentazione del libro di  sabato 30 aprile 2022
Biblioteca Nazionale Braidense – via Brera 28 – Milano

L’ARTISTA

Ugo Nespolo nasce a Mosso (BI), si diploma all’Accademia Albertina di Belle Arti a Torino e si Laurea in Lettere Moderne.
Nei tardi Anni Sessanta fa parte della Galleria Schwarz di Milano che conta tra i suoi artisti Duchamp, Picabia, Schwitters, Arman. La sua prima mostra milanese, presentata da Pierre Restany, dal titolo “Macchine e Oggetti Condizionali” – in qualche modo – rappresenta il clima e le innovazioni del gruppo che Germano Celant chiamerà “Arte Povera”.
Negli Anni Sessanta si trasferisce a New York dove si lascia travolgere dalla vita cosmopolita della metropoli e subisce il fascino della nascente Pop Art, mentre negli Anni Settanta milita negli ambienti concettuali e poveristi.
Nel 1967 è pioniere del Cinema Sperimentale Italiano a seguito dell’incontro con Jonas Mekas, P. Adams Sitney, Andy Warhol, Yōko Ono, sulla scia del New American Cinema. Assieme a Mario Schifano Nespolo si dedica al Cinema d’Avanguardia e tra il 1967 e 1968 realizza numerosi film che hanno come protagonisti gli amici e colleghi Enrico Baj, Michelangelo Pistoletto e Lucio Fontana. A Parigi Man Ray gli dona un testo per un film che Nespolo realizzerà col titolo “Revolving Doors”. I suoi film sono stati proiettati e discussi in importanti musei tra i quali il Centre Pompidou a Parigi, la Tate Modern a Londra, la Biennale di Venezia.
Assieme a Enrico Baj Nespolo fonda L’Istituto Patafisico Ticinese ed è, ad oggi, riconosciuto come una delle più alte autorità nel campo.
Nei tardi Anni Sessanta con Ben Vautier dà il via ad una serie di Concerti Fluxus, tra questi il primo concerto italiano dal titolo “Les Mots et les Choses”.
Nonostante le contaminazioni americane non dimentica gli insegnamenti delle Avanguardie europee; è infatti molto marcata l’influenza di Fortunato Depero dal quale Nespolo trae il concetto di un’arte ludica che pervade ogni aspetto della vita quotidiana. Il concetto di arte e vita (che è anche il titolo di un libro pubblicato dall’artista nel 1998) sta alla base dell’espressività di Nespolo ed è eredità del Movimento Futurista: “Manifesto per la Ricostruzione Futurista dell’Universo” (1915).
Da qui anche il suo interesse per il design, l’arte applicata e la sperimentazione creativa in disparati ambiti quali la grafica pubblicitaria, l’illustrazione, l’abbigliamento, scenografie e costumi di opere liriche. La sua ricerca spazia anche da punto di vista dei materiali. Lavora su molteplici supporti e con tecniche differenti: legno, metallo, vetro, ceramica, stoffa, alabastro.
Sicuro che la figura dell’artista non possa non essere quella di un intellettuale, studia e scrive con assiduità dei fatti e delle discipline che han da fare con l’estetica ed il sistema dell’arte.
Nel Gennaio 2019 l’Università degli Studi di Torino gli conferisce la Laurea Honoris Causa in Filosofia.
La sua arte è, quindi, strettamente legata al vivere quotidiano e carica di apporti concettuali: “non si può fare arte senza riflettere sull’arte”. L’oggetto è al centro delle sue ricerche, è mezzo espressivo, linguaggio creativo; viene estrapolato dal suo uso comune ed acquista valore di opera d’arte.
Allo stesso modo non dimentica il passato, lo rivisita, lo reinterpreta, lo rende attuale attraverso la citazione e la rievocazione, dandogli nuova vita, rendendolo spunto di riflessione.

GLI STAMPATORI

Il Libro d’artista è stato stampato dall’Archivio Tipografico di Torino, nato per volontà di Emanuele Mensa, collezionista e docente di tecniche di stampa, che alla fine degli Anni 90 comincia a salvare le macchine da stampa dismesse dalle tipografie di Piemonte e Valle d’Aosta. Grazie ai preziosi consigli di Enrico Tallone e alla donazione dell’intera Tipografia Marchisio di Torino da parte di Graziella Marchisio la collezione cresce di anno in anno, fino a diventare un vero e proprio laboratorio tipografico. Oggi comprende circa 2400 cassetti di caratteri mobili, nove macchine tipografiche perfettamente funzionanti, una biblioteca specializzata e ogni tipo di materiali e strumenti per la stampa tipografica.
Deciso nel preservare i materiali ma principalmente nel mantenere viva la conoscenza artigiana del libro, Emanuele Mensa cerca fin da subito di rendere accessibile il suo laboratorio, mettendo a contatto la precedente generazione di compositori e stampatori con la più giovane generazione di progettisti grafici diventati stampatori e compositori – Nello, Gabriele, i due Davide e Anna – hanno completato il laboratorio contaminandolo con la loro creatività. La squadra al completo mantiene in vita e reinterpreta in chiave contemporanea la pratica artigiana della composizione a caratteri mobili e della stampa tipografica, dentro un sodalizio in continua evoluzione in cui tradizione e innovazione si influenzano a vicenda aprendo strade originali che danno vita a progetti straordinari e inattesi come il volume pubblicato quest’anno dai Cento Amici del Libro.